Raccolta delle nocciole, pericoli e danni ambientali

E’ vero, l’Irpinia ha notoriamente un clima piovoso, uggioso, ma quella che staziona nelle nostre vallate in un agosto afoso e appiccicoso non è nebbia londinese fuori stagione, bensì fumo, denso e acre, sabbioso, che sale nelle narici fino ad imprimersi, a fondo, nella nostra memoria olfattiva. Chi ha la sfortuna di abitare nelle vallate irpine boccheggia e si dibatte tra la necessità d’aria indotta dall’afa e l’obbligo di finestre chiuse imposto da accensioni indiscriminate nonostante i divieti. Sanzioni troppo miti? Carenza d’organico delle forze dell’ordine? Malcostume? Ignoranza? Laissez faire? E’ del 17 giugno scorso il decreto regionale 130 che regola l’accensione dei fuochi nei castagneti e la vieta integralmente nei noccioleti fino al 15 settembre. Per evitare che il fuoco lambisca le piante nei noccioleti i residui vengono coperti di terra rallentando la combustione e generando, così, quantità di fumo notevoli e un odore acre e fastidioso. Quasi tutti i Comuni hanno emesso delle ordinanze che si adeguano alla normativa regionale, ma le contravvenzioni delle polizie municipali sono in genere esigue e la vastità del territorio, i limiti di organico e la difficoltà a cogliere sul fatto i coltivatori sono i motivi addotti alla scarsità dell’azione repressiva. L’entità della multa è di 103 euro e si procede penalmente, anche se più raramente, se c’è una denuncia formale. “Consideriamo questa emergenza prioritaria per i risvolti sanitari e, infatti, abbiamo elevato circa cinquanta sanzioni amministrative dagli inizi di luglio – afferma Gerardo Panza, Comandante Provinciale del Corpo Forestale – per infrazioni nei noccioleti, in particolare nel Serinese, Vallo di Lauro e Montorese. Il solo Comando di Avellino ne ha effettuate venti. Ora si deve intervenire e applicare il decreto, tuttavia bisognerebbe valutare successivamente aiuti e informazione agli agricoltori, spiazzati, che devono accollarsi nuovi costi per il trattamento dei residui”. “Sono una quindicina i verbali per i fumi di nocciole – riferisce il Colonnello Fabrizio Picariello, Comandante dei Vigili Urbani di Avellino – ma è un fenomeno che non ha confini perché il fumo si muove con il vento e spesso i roghi sono nei comuni limitrofi. Siamo limitati da territorio, carenza d’organico e orari di lavoro, ben conosciuti dai coltivatori che bruciano nottetempo. Per questi motivi sarebbe opportuno creare un vero e proprio Comitato di Sicurezza e Ordine Pubblico da parte del Prefetto, magari sotto il coordinamento unitario di un Corpo come la Forestale, senza confini territoriali”. Giacomo Cesareo, responsabile Servizio Ecologia, afferma che ad Aiello del Sabato sono state effettuate una decina di contravvenzioni ma, per un’azione efficace, “bisogna cambiare la cultura di base, introdurre l’uso delle compostiere che non è diffuso nemmeno tra i cittadini e, soprattutto, sanzionare durante tutto l’anno, non solo in estate”. Intanto crescono la rabbia e il fastidio tra i cittadini e si trasferisce su facebook il “Comitato contro gli affumicatori” che minaccia una class action contro i Sindaci e alle Forze dell’Ordine chiede di intervenire penalmente contro l’emissione di fumi e l’incenerimento a terra dei rifiuti agricoli, considerato pratica di smaltimento illegale. Ma ci sono rischi sanitari legati anche alla fase di raccolta meccanizzata. Già nel 2008, presso la Facoltà di Agraria dell’Università della Tuscia, Raffaella Puleggi identificava i danni derivanti dall’inalazione della silice cristallina libera che può causare malattie respiratorie anche gravissime. E’ un rischio che interessa soprattutto i contadini che lavorano senza mascherine adeguate e chi abita nei pressi dei noccioleti; soggetti già sottoposti all’esposizione a diserbanti, antiparassitari e fertilizzanti chimici che contribuiscono, tra l’altro, all’erosione del suolo e alla contaminazione delle falde acquifere. Le soluzioni? I contadini potrebbero raccogliere provvisoriamente residui come foglie e gherigli in cumuli e lasciarli marcire per avere, l’anno prossimo, un compostaggio discreto. Integrandolo con un sovescio di leguminose e aumentando il lavoro di ripulitura manuale, potrebbero usare anche meno fertilizzanti e diserbanti. Le organizzazioni di settore, invece, potrebbero attivare programmi di informazione e sostegno ai coltivatori che, altrimenti, continueranno a percepire le soluzioni alternative semplicemente come costi. Lo faranno? 

Autore Virginiano Spiniello, Il Mattino di Avellino, 27 agosto 2011

4 pensieri su “Raccolta delle nocciole, pericoli e danni ambientali”

  1. Finalmente un articolo che parla dell’inquinamento e NON del solito problema degli incendi.
    GLi incendi uccideranno pure.. sicuramente… ma l’inquinamento può mietere molte più vittime… e i suoi effetti NON finiscono quando entra in azione un’idrante… ma restano fissati nell’aria e nel terreno per anni… .impoverendo e avvelenando la nostra amata Irpinia.
    Mi complimento con l’autore.
    P.S. il comitato inizialmente formatosi col nome di “Comitato Fermiamo gli Affumicatori” (e non “contro”) ha preso recentemente il nome di “COmitato Vivere in Irpinia” ponendosi tra i suoi obiettivi quello di migliorare la vivibilità nel territorio irpino.

  2. Mi fa piacere che abbia colto l’obiettivo. Purtroppo l’articolo è di un anno fa ma non mi sembra che ci siano state modifiche sostanziali nella situazione. In Irpinia ci scontriamo con l’indolenza e l’inazione in ogni settore relativo all’ambiente come avrete modo di constatare con il vostro Comitato al quale auguro ogni bene e spero riuscirà a saldarsi a quella parte della società civile irpina che prova a farsi sentire.

  3. C’è qualcuno che mi può spiegare la differenza che c’è tra l’abbruciamentto dei residui vegetali legati alla raccolta delle nocciole e l’abbruciamento dei residui vegetali legati alla raccolta delle castagne?
    Si possono interrare i residui vegetali della raccolta delle nocciole se sono considerati rifiuti speciali non pericolosi?
    un saluto a tutti
    Nicola

  4. Carissimo,
    per la normativa in materia non sono competente. Posso solo dirle che l’articolo, dell’estate scorsa, voleva sollevare il problema in Irpinia. Ritengo che un buon compostaggio possa comunque risolvere gran parte dei problemi e so che a Bagnoli per le Castagne si stavano muovendo in tal senso con l’acquisto di macchine trituratrici, ma non so a che punto sono. Per quanto riguarda i rifiuti credo che nel bruciare terra e foglie una volta usati diserbanti e pesticidi la reazione chimica sia sicuramente più dannosa dell’interramento, ma, come le dicevo non sono competente in materia. Credo bisognerebbe interessare del problema l’ARPAC, la Coldiretti e la Regione. Un caro saluto. Virginiano Spiniello

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