Massimo Civita: intervenire sulla Piana del Dragone!

Il delicato ecosistema della Piana del Dragone, a Volturara Irpina, necessita di interventi complessi per la sua tutela e salvaguardia. Massimo Civita – esperto di idrogeologia, riconosciuto a livello mondiale e ordinario presso il Politecnico di Torino, creatore del metodo SINTACS, il riferimento per la salvaguardia delle acque sotterranee del Codice ambientale – lancia un appello per risolvere le criticità della Piana.
«Dalle indagini prodotte in diverse sedi – afferma Civita – è abbastanza chiaro che le acque della Piana alimentano tutte le sorgenti, comprese quelle di Serino e Cassano. Pietro Celico, nel 1983, sostiene che tutta la falda profonda sia alimentata anche dall’inghiottitoio Bocca del Dragone. Le sorgenti Acquaro-Pelosi e Urciuoli, tra l’altro, sono alimentate dalla falda profonda attraverso le alluvioni del Sabato che, probabilmente, assorbono un eventuale inquinamento. Per le sorgenti di Sorbo Serpico e Baiardo, invece, dai dati noti non sembra esserci un inquinamento sostanziale ma soltanto eventuali picchi non noti a causa della mancanza di dati in continuo con apposite centraline. Celico e Russo, nel 1981, hanno dimostrato che l’allagamento invernale della Piana si collega con le scarse possibilità di inghiottimento della Bocca del Dragone e, nel corso dei sommovimenti causati dal terremoto del 1980 è stato provato il collegamento con alcune delle sorgenti maggiori». Quali sono i meccanismi di inquinamento in Piana? «Quando si forma il lago, se non ci sono altre piogge immediate, l’acqua viene lentamente smaltita dall’inghiottitoio. Se immediatamente dopo si hanno precipitazioni tali da riformare il lago, l’assorbimento si riduce o si blocca e le acque permangono a lungo nella Piana. Ciò significa che tutto l’inquinamento proveniente dai CDP, Centri di Pericolo, – fogne in Piana, eventuali perdite di diserbanti, pesticidi, animali al pascolo ed altro – è diffuso nelle acque del lago e si riverserà nella falda profonda. Per evitare ciò, deve essere costituita una seria rete fognaria, in tubazioni, che trasporta il liquame ad un depuratore moderno. Anche le aree rurali devono servirsi di fogna e depuratore. Il depuratore di Volturara è un accumulatore d’inquinamento quando funziona bene altrimenti è e rimane un CDP di grande importanza».
Quali sono gli effetti della discarica tombata in Piana, come metterla in sicurezza e quali i danni degli sversamenti abusivi e delle discariche ufficiali nell’intero bacino idrico?
«La discarica è certamente rifornita d’acqua nel corso dell’anno proveniente dalla percolazione sotto il campo sportivo. Questa acqua crea un percolato che, non essendo prelevato, deve uscire da qualche parte. Sarebbe bene individuare i punti di uscita di questo CDP molto potente. Se effettivamente la discarica perde materiali, sarà necessario costruire un ambito di trattenimento dove il percolato sia trattenuto e pompato in autobotte per trasferirlo ad un impianto di trattamento. Tutti gli accumuli abusivi, poi, sono da bloccare al più presto. Ci vuole un gruppo di persone incaricate di impedire ulteriori inquinamenti, una sorta di “guardia parco” come accade in diversi Parchi nel nord-Italia, una struttura gestita dagli undici comuni afferenti alla Piana. Lo stesso vale per le discariche nei Comuni, anche se tombate o chiuse non perdono il forte valore d’inquinamento potenziale, continuano a produrre biogas e percolato e vanno monitorate. ».
E la pulizia di valloni e torrenti?
«La pulizia è estremamente importante anche per evitare sviluppi alluvionali. Se è stato effettivamente monitorato il trasporto di inquinanti, vi sono numerosi interventi da fare, a partire da strutture di sbarramento per i reflui e non per l’acqua. Il Torrente Sava dovrebbe essere affrontato per primo con briglie e ripulito ogni anno. Si conoscono zone dove per/mangono reflui delle fogne che inquinano in misura notevole. Ciò ha comportato che la falda superficiale sia fortemente inquinata».
Cosa ne pensa di un riconoscimento UNESCO per la Piana e di un Biodistretto nei Monti Picentini? «La Piana contribuisce per diversi m3/s alla portata delle sorgenti che alimentano Napoli, l’Irpinia, buona parte della Puglia. L’UNESCO non può ignorare l’importanza idrogeologica della Piana del Dragone e non attestarne ufficialmente il ruolo. Secondo me, il fatto che non si sia ancora intervenuti su tutti i problemi è veramente scandaloso. Si parla di una bonifica della Piana dal 1930 circa, ma sino ad ora nessuno l’ha presa in considerazione. La creazione di un Biodistretto mi sembra la prima cosa da ottenere».

Il Mattino di Avellino del 04/03/2014. Virginiano Spiniello Adattato e integrato.

ARTICOLI
a) 28 Gennaio 2014. Articolo su Il Mattino. Intervista al Sindaco di Volturara Irpina sul progetto per le fogne e il nuovo depuratore

b) 20 Gennaio 2014. Articolo su Il Mattino. Intervista a Maurizio Galasso e Giovanni De Feo sulla tutela e salvaguardia sulla bonifica
c) 19 dicembre 2013. Articolo su Il Mattino con Sabino Aquino sulla tutela e salvaguardia sulla bonifica e il lancio di un biodistretto agricolo.
d) 27 luglio 2011. Intervista su Il Mattino ad Antonio Paparo responsabile regionale AIAB per la creazione di un Distretto biologico nei monti Picentini e in Alta Irpinia
e) 10/05/2010. Intervista su Ottopagine a Giovanni De Feo e Maurizio Galasso sul delicato equilibrio della Piana del Dragone.

VIDEO
a) Il 15/11/2013 a Prima Linea, condotta da Enzo Di Micco, viene lanciato l’appello dal Forum Ambientale dell’Appennino, presenti Angelo Verderosa, Alessandro Iacuelli, Virginiano Spiniello. Qui lo stralcio dell’intervento in diretta dell’Assessore Luigi Meo
b) Il 13/12/2013 a Prima Linea una trasmissione apposita con interventi di Lello De Stefano, Presidente Alto Calore, Sabino Aquino, Idrogeologo Alto Calore, Marino Sarno, Sindaco di Volturara Irpina, Angelo Cristofano, Segretario Pd Volturara, Virginiano Spiniello, Forum ambientale dell’Appennino.
Prima Parte
Seconda Parte
c) 11 Dicembre 2011. TDI Acque d’Irpinia: Sorgente del Sele. Nei primi minuti Sabino Aquino illustra l’importanza del Bacino imbrifero dei Monti Picentini

Articolo su il Mattino 04/03/2014 adattato e integrato.