C‘era una volta un povero vecchietto che come ricchezza aveva solo una piccola proprietà di terreno sul quale se ne stava solo soletto un albero che lui indicava con il nome vagabondo;
utilizzava questo termine perché era stato sempre da solo, e da solo cercava di aiutare, disperatamente l’ambiente che gli uomini stavano incoscientemente distruggendo. Infatti, su questo terreno, nel corso degli anni, il vecchietto aveva depositato rifiuti di ogni genere.
L’albero vagabondo era disperato, così decise di impegnarsi ancora di più, doveva insegnare agli uomini a rispettare la bellezza della natura e a non inquinare.
Una notte apparve in sonno al vecchietto e lo convinse a dare l’esempio e a coinvolgere anche tutti suoi amici che non bisognava sporcare l’acqua, la terra, l’aria. Dopo anni, il vecchietto capì e decise di dare l’esempio, iniziò a ripulire e a ricoltivare il terreno ormai abbandonato.
Il terreno contaminato dava frutti ma non avevano lo stesso sapore del passato. Lui mangiandoli capì che stava facendo del male a sé stesso e all’ ambiente che lo circondava. Dopo molti anni il vecchietto si ammalò di una malattia molto grave, lui stava molto male, ma non potendosi curare la malattia peggiorava giorno per giorno e dopo mesi morì. Prima di morire aveva parlato con i suoi amici e gli aveva fatto capire i loro sbagli e promettere che avrebbero cambiato i loro comportamenti.
La morale di questa favola è che non bisogna inquinare l’ambiente perché noi facciamo del male a noi stessi e al mondo che ci circonda, ma possiamo migliorare.
Gerarda, Michela, Chiara, Klaudia, Vincenza, Mariavittoria, Carmen, Carmela VB Scuola elementare San Michele di Serino.
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