Gesualdo (AV) sto pozzo petrolifero non s’ha da fare!


Il 22 dicembre 2013 in un paesino dell’Irpinia dove si pensa di realizzare le prime esplorazioni petrolifere del Progetto Nusco eravamo in tanti. In 2 minuti la manifestazione di popolo organizzata dal Coordinamento irpino – no Triv Beni Comuni a Gesualdo, prima di Natale. C’era tanta gente normale, con tanta voglia di stare insieme.
Nonostante sia chiara la paura che aleggiava, c’è chi adesso promette sviluppo, in questi tempi di crisi puntando sulle esplorazioni petrolifere e parlando alla pancia e alla necessità delle persone inconsapevoli. L’Italia è il paese del paradosso. Sediamo su un giacimento di cultura, natura, storia e paesaggio e cosa facciamo? Distruggiamo le risorse naturali come l’acqua dolce e il mare con il petrolio sull’appennino e nel Mar Mediterraneo e i nostri crinali con l’eolico selvaggio e gli elettrodotti in aree protette e a fianco di beni monumentali e storici.

Quali sono le ricadute economiche dell’industrializzazione energetica selvaggia delle aree interne? Alcune cifre, riportate da Rita D’Ottavio, agronoma, dalla Basilicata, sulla situazione in Val d’Agri. Petrolio non è uguale a sviluppo.«Nel testo dell’accordo Stato-Regione Basilicata per lo sfruttamento del petrolio nella Val d’Agri – dichiara D’Ottavio – fu evidenziata la necessità di assicurare uno sviluppo economico sociale e duraturo, equilibrato e rispettoso delle tradizioni e delle vocazioni del territorio, assicurando la salvaguardia e la valorizzazione del suo patrimonio naturale, paesaggistico, monumentale ed archeologico. A distanza di 14 anni la Basilicata è agli ultimi posti nelle classifiche per indice di reddito, di consumo, per tasso di occupazione e per qualità regionale dello sviluppo ed ai primi posti per famiglie a rischio di povertà ed esclusione. Inoltre, dal 2002 al 2010 la popolazione lucana è diminuita dell’1,6% ed il calo maggiore, -5%, si è verificato proprio nella Val d’Agri. Nello stesso periodo le aziende agricole in Val d’Agri sono diminuite del 154% – il doppio rispetto alla media regionale che è del -78.5% – nonostante la presenza di un consistente paniere di prodotti tipici: i Fagioli di Sarconi, il Canestrato di Moliterno, il vino Terre dell’Alta Val d’Agri e la Mela dell’Alta Val d’Agri. Per quanto riguarda i senza lavoro, poi, l’aumento è del 18.8% rispetto all’11,8% provinciale». Da un’intervista su Il Mattino del 20/12/2012

Altri dati.

Le dichiarazioni di Massimo Civita
https://www.alberovagabondo.it/?p=2134

Gli effetti delle estrazioni petrolifere in Basilicata. Albina Colella
https://www.alberovagabondo.it/?p=1915

I dati di Rita D’Ottavio (articolo completo)
https://www.alberovagabondo.it/?p=1906

La situazione delle acque in Irpinia
https://www.alberovagabondo.it/?p=2225

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *