Da dicembre 2008, sui balconi di Palazzo Iannaccone, nel centro storico di Avellino, sarà visibile l’installazione “L’albero vagabondo – Pittosculture da balcone” del Maestro Giovanni Spiniello. L’albero vagabondo di Giovanni Spiniello è un albero errante che cammina, viaggia e inizia la sua strada nel centro storico di Avellino.
L’installazione nasce dall’esigenza di preservare l’ambiente irpino e campano dall’inciviltà e dall’indifferenza dei suoi abitanti e dall’attacco portato dall’esterno. E’ un messaggio che non ha intenzione di fermarsi ma di continuare a diffondersi attraverso molteplici installazioni sul territorio e fuori dal territorio. Le tematiche ambientali, il curriculum dell’artista (Biennale di Venezia ’68, Quadriennale di Roma ’75, Segnalato Bolaffi da Enrico Crispolti ’78, Seduzione dell’Artigianato ’90, Fiera di Roma) e la ricerca e sperimentazione tecnica rendono, infatti, L’Albero Vagabondo una installazione meritevole di attenzione quanto meno a livello regionale. La pittoscultura trasforma la tradizione di tutti quegli obelischi, quelle torri che proteggono il territorio, dal Maio nel Baianese al Giglio di Nola, dal carro di Fontanarosa alla tirata del carro di Mirabella, contestualizzandola e attualizzandola. Afferma Giovanni Spiniello: “L’albero vagabondo è un albero errante che cammina, viaggia e che vorrei continuasse il suo percorso in Irpinia e fuori dall’Irpinia. Oggi, ad Avellino, sarà il Natale, insieme all’Angelo della Luce, al Sogno di Orione, domani, se il suo cammino potrà continuare, avrà altri compagni di strada, a seconda di dove andrà. Il mio albero proteggerà l’acqua e proteggerà la terra dall’acqua, nutrendosene. Ha i baffi della terra, dell’accoglienza, della speranza, i baffi attorcigliati di mio nonno contadino, cespugli sopraccigliari che sono una protesta al cielo, un cipiglio severo, ma benevolo.” L’albero vagabondo è composto da materiale “contaminante” (poliuterano espanso), rifiuti (scarti ferrosi, reti, etc.) verderame, supporti forniti dalla natura (pezzi di albero, ramaglie di ulivo, foglie, spighe, etc.). Immaginiamo tutti questi materiali sparsi nelle piccole discariche abusive in montagna. Immaginiamoli prendere forma, mischiarsi in un ibrido plasmato e tenuto insieme dalla schiuma nociva del poliuterano espanso. Immaginiamo poi il verderame, elemento ancestrale, già usato dagli antichi romani, fossilizzare il cielo, la speranza, nello sguardo dell’albero, ingentilendone l’aspetto. E poi la “semina del colore”, tecnica legata al gesto del fecondare la terra di un seme nuovo, alla semina del grano, ricoprire l’albero, tracciandolo, innervandolo. Nell’installazione di Palazzo Iannaccone l’albero sarà accompagnato dalle pittosculture Sogno di Orione e Angelo della Luce e dell’Aria e dalle dodici temperaoggettografie su tavola che comporranno il Concerto di Natale. Il Sogno di Orione è la stella cometa che ha al suo interno le sette stelle più luminose della costellazione di Orione. La stella che indica una strada verso il cielo, trasmette serenità e speranza. L’angelo vive di aria e si muove verso il cielo, non è indifferente, ma vuole trascinare verso l’assoluto, elevare verso la bellezza, la purezza. Dodici temperaoggettografie su tavola composte da due trittici e tre dittici si integrano a formare un concerto di Natale. La scelta è quella di colori caldi impreziositi dal raku e dalle sperimentazioni sui materiali. La figura è sempre quella dell’angelo che diventa zampognaro, violinista, flautista, trombettista e scende tra la gente a suonare per loro e con loro trasmettendo un messaggio d’amore, di speranza e serenità alla città. L’installazione ad Avellino è stata resa possibile dalla disponibilità della Gioielleria Iannaccone in collaborazione con l’Associazione Culturale Giovanni Spiniello.
L’installazione nasce dall’esigenza di preservare l’ambiente irpino e campano dall’inciviltà e dall’indifferenza dei suoi abitanti e dall’attacco portato dall’esterno. E’ un messaggio che non ha intenzione di fermarsi ma di continuare a diffondersi attraverso molteplici installazioni sul territorio e fuori dal territorio. Le tematiche ambientali, il curriculum dell’artista (Biennale di Venezia ’68, Quadriennale di Roma ’75, Segnalato Bolaffi da Enrico Crispolti ’78, Seduzione dell’Artigianato ’90, Fiera di Roma) e la ricerca e sperimentazione tecnica rendono, infatti, L’Albero Vagabondo una installazione meritevole di attenzione quanto meno a livello regionale. La pittoscultura trasforma la tradizione di tutti quegli obelischi, quelle torri che proteggono il territorio, dal Maio nel Baianese al Giglio di Nola, dal carro di Fontanarosa alla tirata del carro di Mirabella, contestualizzandola e attualizzandola. Afferma Giovanni Spiniello: “L’albero vagabondo è un albero errante che cammina, viaggia e che vorrei continuasse il suo percorso in Irpinia e fuori dall’Irpinia. Oggi, ad Avellino, sarà il Natale, insieme all’Angelo della Luce, al Sogno di Orione, domani, se il suo cammino potrà continuare, avrà altri compagni di strada, a seconda di dove andrà. Il mio albero proteggerà l’acqua e proteggerà la terra dall’acqua, nutrendosene. Ha i baffi della terra, dell’accoglienza, della speranza, i baffi attorcigliati di mio nonno contadino, cespugli sopraccigliari che sono una protesta al cielo, un cipiglio severo, ma benevolo.” L’albero vagabondo è composto da materiale “contaminante” (poliuterano espanso), rifiuti (scarti ferrosi, reti, etc.) verderame, supporti forniti dalla natura (pezzi di albero, ramaglie di ulivo, foglie, spighe, etc.). Immaginiamo tutti questi materiali sparsi nelle piccole discariche abusive in montagna. Immaginiamoli prendere forma, mischiarsi in un ibrido plasmato e tenuto insieme dalla schiuma nociva del poliuterano espanso. Immaginiamo poi il verderame, elemento ancestrale, già usato dagli antichi romani, fossilizzare il cielo, la speranza, nello sguardo dell’albero, ingentilendone l’aspetto. E poi la “semina del colore”, tecnica legata al gesto del fecondare la terra di un seme nuovo, alla semina del grano, ricoprire l’albero, tracciandolo, innervandolo. Nell’installazione di Palazzo Iannaccone l’albero sarà accompagnato dalle pittosculture Sogno di Orione e Angelo della Luce e dell’Aria e dalle dodici temperaoggettografie su tavola che comporranno il Concerto di Natale. Il Sogno di Orione è la stella cometa che ha al suo interno le sette stelle più luminose della costellazione di Orione. La stella che indica una strada verso il cielo, trasmette serenità e speranza. L’angelo vive di aria e si muove verso il cielo, non è indifferente, ma vuole trascinare verso l’assoluto, elevare verso la bellezza, la purezza. Dodici temperaoggettografie su tavola composte da due trittici e tre dittici si integrano a formare un concerto di Natale. La scelta è quella di colori caldi impreziositi dal raku e dalle sperimentazioni sui materiali. La figura è sempre quella dell’angelo che diventa zampognaro, violinista, flautista, trombettista e scende tra la gente a suonare per loro e con loro trasmettendo un messaggio d’amore, di speranza e serenità alla città. L’installazione ad Avellino è stata resa possibile dalla disponibilità della Gioielleria Iannaccone in collaborazione con l’Associazione Culturale Giovanni Spiniello.