Piana del Dragone sorgenti ancora a rischio

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La Piana del Dragone è un ecosistema fragilissimo in cui insistono molteplici centri di pericolo. Periodicamente la conca endoreica si allaga e l’acqua arriva nell’inghiottitoio carsico in interconnessione con le sorgenti più importanti dei monti Picentini. La vulnerabilità è molto alta dato che le sorgenti sono in diretta comunicazione con l’inghiottitoio tramite grossi canali carsici e non si sa fino a quando l’ecosistema della Piana riuscirà a depurare il carico inquinante proveniente dai Centri di pericolo che insistono nell’intero Bacino idrogeologico che comprende 12 comuni.
L’inquinamento, già in atto, si può diffondere a gran parte delle sorgenti che servono i principali acquedotti meridionali: ABC di Napoli, Acquedotto Pugliese, Alto Calore.

Nel video l’allagamento di fine gennaio 2015 e gli sversamenti abusivi a Monte Faggeto, Santo Stefano del Sole, indicativi di un fenomeno tristemente e ampiamente diffuso nei 12 comuni di Cassano Irpino, Castelvetere sul Calore, Chiusano, Montella, Montemarano, Salza Irpina, Santa Lucia di Serino, San Michele di Serino, Santo Stefano del Sole, Serino, Sorbo Serpico, Volturara Irpina.
Il 17 maggio 2014 attraverso la piattaforma Forum ambientale dell’Appennino è stato realizzato un workshop in cui sono stati individuati i principali centri di pericolo: a) Acque reflue domestiche non depurate scaricate nella Piana; b) Depuratore comunale non adeguato; c) Discariche comunale in esercizio fino agli anni ‘80 tombate nei 12 comuni; d) Micro discariche illegali di rifiuti urbani e speciali (nell’intero bacino idrico della Piana del Dragone); e) Valloni e torrenti veicoli di rifiuti e altri materiali in Piana; f) Canale di adduzione, vasca e inghiottitoio della Bocca del Dragone; g) Attività agricole e zootecniche (che hanno il carico minore e sono minacciate esse stesse dall’inquinamento in Piana); h) Incuria e disinteresse sociale.

Attualmente è stato approvato un finanziamento che potrebbe mitigare i centri di pericolo a) e b), ma è necessaria una azione integrata a partire dai singoli comuni e dagli acquedotti che prelevano acqua da queste montagne.

APPROFONDIMENTI
Intervento di Massimo Civita, idrogeologo di fama internazionale e link agli articoli realizzati a partire dal 2011.

Report presentato il 17 maggio a Volturara Irpina, contributi di Massimo Civita, Franco Ortolani, Giovanni de Feo, Sabino Aquino, Giuseppe Liotti, Virginiano Spiniello.

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