In un bosco c’era un grosso albero d’ippocastano con il tronco liscio e chiaro.
Poiché quella zona era frequentata da molte coppie d’innamorati, c’era sempre qualcuno che incideva sulla corteccia dei cuori. “Questi sciocchi ragazzi non capiscono che tutti questi tagli mi fanno soffrire – diceva l’alberello all’uccellino che veniva spesso a posarsi su i suoi rami.
“Oh!Quelli sono dei romanticoni che hanno perso completamente la ragione. Purtroppo sei nato nel posto sbagliato: perché non chiedi al vento di portarti lontano?” gli consigliò l’uccellino.
In una notte di bufera l’alberello si fece coraggio e disse al vento, che scuoteva i suoi rami: “Amico mio, raccogli tutte le tue forze e soffia più forte che puoi, ho bisogno di andarmene in un posto meno frequentato, per non soffrire più. Il vento si meravigliò nel sentire questa strana richiesta ma, dopo averlo osservato attentamente, capì che la causa della sua sofferenza erano quei cuori incisi sul suo tronco.
“Posso soffiare più forte, – disse – ma è un po’ pericoloso, perché potrei spezzarti … proverò a soffiare in basso”.
Tornò indietro, prese la rincorsa e soffiò con tale violenza che l’albero si sollevò da terra e volò fin sulla montagna. Il vento lo accompagnò, poi diminuì la sua violenza per farlo cadere davanti alla casa di un vecchio contadino. La mattina dopo, quando la moglie del contadino aprì il portone e vide l’albero disteso ai suoi piedi, chiamò il marito a gran voce “Peppinooo!Vieni a vedere cosa ci ha regalato il temporale di questa notte. Peppino guardò l’albero a lungo e sorrise, battè fortè le mani, e subito scavò una grande buca davanti al portone e vi piantò l’alberello, al riparo dagli innamorati. Peppino e sua moglie non erano mai stati così felici perché su quella montagna non andava mai nessuno.
Poiché quella zona era frequentata da molte coppie d’innamorati, c’era sempre qualcuno che incideva sulla corteccia dei cuori. “Questi sciocchi ragazzi non capiscono che tutti questi tagli mi fanno soffrire – diceva l’alberello all’uccellino che veniva spesso a posarsi su i suoi rami.
“Oh!Quelli sono dei romanticoni che hanno perso completamente la ragione. Purtroppo sei nato nel posto sbagliato: perché non chiedi al vento di portarti lontano?” gli consigliò l’uccellino.
In una notte di bufera l’alberello si fece coraggio e disse al vento, che scuoteva i suoi rami: “Amico mio, raccogli tutte le tue forze e soffia più forte che puoi, ho bisogno di andarmene in un posto meno frequentato, per non soffrire più. Il vento si meravigliò nel sentire questa strana richiesta ma, dopo averlo osservato attentamente, capì che la causa della sua sofferenza erano quei cuori incisi sul suo tronco.
“Posso soffiare più forte, – disse – ma è un po’ pericoloso, perché potrei spezzarti … proverò a soffiare in basso”.
Tornò indietro, prese la rincorsa e soffiò con tale violenza che l’albero si sollevò da terra e volò fin sulla montagna. Il vento lo accompagnò, poi diminuì la sua violenza per farlo cadere davanti alla casa di un vecchio contadino. La mattina dopo, quando la moglie del contadino aprì il portone e vide l’albero disteso ai suoi piedi, chiamò il marito a gran voce “Peppinooo!Vieni a vedere cosa ci ha regalato il temporale di questa notte. Peppino guardò l’albero a lungo e sorrise, battè fortè le mani, e subito scavò una grande buca davanti al portone e vi piantò l’alberello, al riparo dagli innamorati. Peppino e sua moglie non erano mai stati così felici perché su quella montagna non andava mai nessuno.
Chiara Carrafiello VA – Sala di Serino